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È una sera importante questa, quasi una sera dei miracoli: potremo accogliere nuovamente tutti, ma proprio tutti quelli che vorranno esserci, tutti quelli che per quasi tre anni non sono potuti più entrare. Come per una cena di gala, fervono i preparativi, la cucina va ad un ritmo intenso e il menù è da ristorante stellato, la sala con i festoni natalizi e i tavoli apparecchiati con tovaglie rosse e fiori. Una ragazza ha portato un vecchio giradischi e i 45 giri di canzoni natalizie e, mentre ci diamo da fare, la musica invade l'aria e tra quelle note, oramai quasi dimenticate, siamo tutti lì in attesa che arrivi il momento. Finalmente si è fatta l'ora, la porta rossa si spalanca per far entrare gli ospiti: siamo tutti in fila e, appena il primo varca la soglia, scatta un applauso che sa di rivincita e di gioia per questo ritorno e applaudiamo per dare il bentornato ai nostri amici che tanto hanno sofferto in questo triste e buio periodo. Sembrano quasi increduli, finalmente possono riprendere le vecchie abitudini, possono tornare a sedersi alla tavola e mangiare al caldo e in compagnia. Li guardo ad uno ad uno, riconosco una signora ed anche qualche altro; mi avvicino, li saluto e sono contenta che anche loro si ricordano di me. Inizia la cena, è Natale. La sala è piena, un insieme eterogeneo di persone, giovani e anziani che siedono l'uno accanto all'altro. C’è chi parla e chi a capo chino, quasi vergognandosi un po' di stare lì, mangia compito e silenzioso. Arriva anche il dolce, come in tutti i menù delle feste e, tra una fetta di torta e una di panettone, qualcuno comincia ad andare via. Hanno trascorso un po' di tempo forse serenamente, ma comunque hanno cenato con la dignità che si deve ad ogni essere umano, in compagnia e, soprattutto, con la certezza che domani potranno tornare. Man mano vanno via li saluto e una donna bionda, molto carina, mi abbraccia e mi augura buon Natale: per un attimo ci stringiamo, perfette sconosciute, ma in fondo ci siamo viste uguali almeno nell'anima. Senza voler essere melensa o buonista, credo che questo sia il Natale che dovrebbe arrivare per tutti: condividere un piccolo momento della vita con chi per mille svariati motivi si trova a dover dormire per strada, spesso solo, anziano e senza che nessuno si occupi di lui. In via Nome di Gesù n. 10 è Natale ogni giorno».
Cetty Moscatt
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